Raccontare e condividere i momenti di vita diabetica serve per migliorarsi e scoprire cosa non va oppure i passi avanti compiuti per meglio comprendere le dinamiche evolutive quotidiane della mia, nostra condizione. Fatta questa premessa voglio ora soffermarmi su di un episodio accadutomi il martedì della scorsa settimana alle 2 di notte: un’ipoglicemia con valore 44 mg/dl; nel caso in questione il sensore glicemico ha fatto il suo dovere emettendo l’allarme sonoro e la sospensione dell’infusione d’insulina. Svegliato dall’allerta mi sono accorto di essere tutto sudato e prontamente ho effettuato il controllo glicemico anche col glucometro, il quale confermava lo stato predetto. A quel punto ho preso due bustine di zucchero con acqua e due pacchetti di cracker per “aiutare” la glicemia a rialzarsi e sono rimasto sveglio mezz’ora per vedere se ciò effettivamente accadeva e infatti il dato era pari a 90 con forte tendenza a partire per lo spazio siderale (la glicemia). Così in quel frangente ho preso una decisione: mi facevo subito un bolo rapido di 4 unità e contestualmente programmavo un bolo basale temporaneo di una unità/ora per una durata di tre ore complessive.

Agendo nelle modalità sopra esposte al risveglio del mattino seguente, per colazione (ore 6), la glicemia era pari a 174 mg/dl e riuscivo a scongiurare il pericoloso effetto rimbalzo per la prima volta in tutta autonomia e senza effetti collaterali. Non solo ma per tutto il resto della giornata il tasso di zucchero nel sangue si è mantenuto entro gli argini della normalità. L’unico lato negativo è stato dato dall’aver passato la notte con l’effetto “discoteca”, ovvero col riposo a spot e difatti al lavoro mi sentivo un poco cotto. L’esperienza testé riportata mi ha insegnato una cosa: con un’ipoglicemia, se le condizioni individuali, e sottolineo se lo consentono, gestita in proprio con padronanza della cognizione e mezzi la cosa migliore da poter fare è prenderla d’attacco e mai perdere tempo.