La filosofia del diabetico tipo 1, la forma minoritaria al cospetto del tipo 2, è contrassegnata dal su e giù inteso, senza doppi sensi o visoni tantrico-esplorative di maniacale origine, come aver a che fare con le repentine oscillazioni della glicemia, detto anche in gergo tecnico effetto montagne russe, per essere chiaro ai più un diabetico può nel giro di mezz’ora partire da 100 mg/dl a 300 mg/dl come minimo e senza essere multato per infrazione del codice della strada!

A parte la sottile ironia è in queste concetto che sta il tutto, se non lo si affronta tutto il resto diventa inutile e la noncuranza, trascuratezza ha un effetto erosivo a nel lungo andare dei giorni, mesi, anni sull’intero corpo umano fino a determinare una condizione invalidante sempre più grave quanto non si affronta e cura il vizio di fondo: lo scompenso glicemico cronico; in sintesi non si fa altro che accelerare il processo di consumazione fisica fino alle estreme conseguenze.

L’approccio al diabete deve essere per forza sistemico in quanto la malattia si riflette sull’intero organismo, corpo e mente, e incide sul nostro vivere quotidiano nella stragrande maggioranza dei suoi aspetti e ricadute.

I lati più battuti nelle nostre coscienze son sempre riferiti all’insorgere delle complicazioni patologiche dovute al diabete scompensato: retinopatia, reni, cuore e altro, ma in queste ultime tre settimane ho ricevuto una definitiva conferma circa l’impatto rilevante della reazione emotiva dovuta allo stress sull’equilibrio della glicemia, grazie alla lettura dei dati forniti dal sensore glicemico.

Prima di arrivare alla sintesi faccio una premessa: è da quando sono nato  che le tensioni e traumi hanno sempre rappresentato per me una fonte di difficoltà e rigetto, provocandomi sostanzialmente una chiusura relazionale e sbalzi del tono umorale frequenti, negli ultimi anni la tensione accumulata ha fatto scatenare nevralgie frontali e frequenti giramenti di capo, poi eseguendo un controllo neurologico e assodata la situazione poc’anzi descritta lo specialista mi prescrisse una farmaco idoneo per questo stato di cose. Io sono sempre stato riluttante verso il genere di terapie farmacologiche per stati d’ansia e depressione, pensando che la cura migliore sta nel prendere coscienza dei problemi e affrontarli, risolverli, ma negli ultimi tempi la situazione non era più sostenibile e perciò ho cominciato prendere il medicamento.

Premetto che a livello di fisico sono una persona magra, peso 62 chili per 172 cm d’altezza, e seguo un regime alimentare regolare senza alcuna eccesso: in parole povere osservo la dieta da manuale. Ad un mese dall’inizio della terapia antitensiva ho riscontrato un effetto eccezionale sulla curva glicemica: praticamente  il grafico della glicemia è quasi piatto, ho raggiunto un equilibrio al momento perfetto e anche a livello emotivo la condizione è buona.

Siccome tante altre volte in questo blog avevo trattato della relazione tra diabete e stress, sottolineando come l’ultimo influenza il primo, ora una certezza ultimativa e per un po’ di anni spero di poter contare ancora sui frutti delle mie “ricerche” nella forma migliore di vita con il diabete.
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