Ora legale

Il diabete è una condizione importante che va gestita e controllata, ma in determinate condizioni può diventare un pretesto, una scusa per nascondere altri problemi appartenenti alla sfera personale e nei rapporti con gli altri. Mi spiego meglio, e parlo per esperienza personale: quello che può bloccare o rallentare lo sviluppo, la crescita nella vita di un uomo con il diabete e no sono i condizionamenti esercitati dalla famiglia e dalla cerchia di amicizie e legami sociali; la famiglia in particolare, se problematica di suo, può rappresentare un fattore fortemente limitante, frenante nell’evoluzione dell’individuo. Le paure, i timori dei genitori, per fare un esempio, diventano un elemento di ostacolo per la crescita dei figli; e la condizione diabetica va a rappresentare un appiglio su cui rafforzare il livello di possessività nei confronti della prole, con conseguenti insicurezze e timori insiti nella maturazione della personalità. Un contesto di questo genere, molto diffuso, non va sottovalutato o peggio ignorato. Un altro aspetto “sociologico” del vivere il diabete riguarda la gestione opportunistica e meschina della malattia: ci sono persone che utilizzano la patologia  per suscitare pietismo con secondi fini a scopo di favori materiali. Questi casi all’opposto l’uno dell’altro: il primo molto serio e che va affrontato sotto il profilo non solo medico ma anche sociale; il secondo riguarda più che altro un fenomeno di malcostume e  maleducazione sociale; comunque sia sono fenomeni presenti che non debbono essere ignorati quando investono la qualità della vita dell’uomo e la sua emancipazione.