scuolaSi fa un gran parlare sulla stampa e sui media dei progressi fatti dalla ricerca scientifica, dei passi avanti della medicina, e questo è un fatto; ma così non sembra essere nei rapporti umani, sociali, anzi è sempre più evidente un progressivo peggioramento di queste relazioni su vasta scala. Allora quando leggo una notizia come  come la seguente mi viene da pensare: dopo 45 anni vissuti col diabete nulla o quasi è cambiato, possibile? Ho letto sulla Gazzetta del Mezzogiorno delle difficoltà di una famiglia con il loro bimbo di 8 anni (diabete mellito tipo 1), nel far convivere la malattia con la vita di classe. Scorrendo l’articolo in questione c’è questo passaggio che lascia trasparire chiaramente la stato di vita e le difficoltà incontrate per cercare di far star “bene” il pargolo, ovvero riuscire tenere a bada il diabete. Antonio (è un nome di fantasia) ha otto anni: è quello che comunemente si definisce un «ometto», possedendo insospettabili qualità tipiche di un adulto serio e composto. Egli convive con la malattia fin dall’infanzia, subendo le rigide regole – gli orari, le terapie, i bioritmi – imposti da una perita diabetologa e dagli attenti genitori. A dispetto di quanto comunemente si possa immaginare, i bambini diabetici hanno un regime alimentare che contempla anche i dolciumi. In modica quantità, certo, in alcuni orari, ovviamente.
Ma la parte centrale del problema riguarda l’indifferenza delle istituzioni pubbliche e scolastiche locali  d’innanzi al situazione di un piccolo diabetico, alla manifesta ignoranza delle conseguenze che può portare una condizione di diabete tipo 1 scompensato (per di più con chetoacidosi), come si va leggere di seguito: «ogni settimana un compleanno o un onomastico, una buona scusa per portare vassoi ricolmi di focacce e pasticcini, e torte multicolore… Come facciamo a controllare la buona alimentazione dei nostri bambini?». Per i genitori di Antonio la paura è maggiore: ciascuno di quei festeggiamenti è un pericolo per il proprio figlio, ogni volta una tentazione e quindi il rischio che il ragazzino ingurgiti dei dolci, per sentirsi integrato o semplicemente per gola.
Il sentire queste cose aiuta a far alterare il mio stato mentale: ricordo quando avevo l’età di Antonio, le situazioni analoghe vissute tra la disinformazione ed il disinteressamento dei responsabili, con il conseguente ricovero in ospedale; pensavo e ritengo che questo genere di situazioni non dovessero accadere più in Italia, invece mi sbagliavo.
Ha inizio la «via crucis» all’interno del «sistema»: ufficio igiene, provveditorato agli studi, Asl. Niente, nessuno può far nulla, sta ad Antonio limitarsi oppure i genitori devono di volta in volta decidere di non mandarlo a scuola. Pericolo «pasticcini», oggi si rimane a casa. Ma la perla finale di questa assurdità è che il personale scolastico avrebbe invitato il piccolo Antonio a cercare di non cadere “in tentazione alimentare”! Sotto questo sole niente di nuovo? Sembra.

3 pensiero su “Sotto questo sole”
  1. Sono mariangela e ho una bambina di dieci anni diabetica da tre anni. Capisco benissimo, perchè lo vivo sulla mia pelle , la sofferenza della mamma di cui si riporta sulla gazzetta del mezzogiorno, anche perchè se ben sarà difficile debellare il diabete ancora di più lo sarà debellare l’ignoranza e l’insensibilità della gente. Vi racconto ciò che mi è accaduto ieri pomeriggio e a cui ho risposto persino con un pò di cattiveria che non è nel mio animo . Io vivo in Sardegna , in uno di quei piccoli paesi in cui ai bambini è ancora concesso giocare all’aperto senza incorrere in tanti pericoli. Ieri pomeriggio infatti , essendo una tra le prime serate veramente primaverili di quest’anno, molti bambini , compresa la mia , giocavano tranquilli all’aria aperta. Allora della merenda invito tutti i bambini a casa mia onde proprio evitare che qualche mamma uscisse con strane proposte per merenda. I bambini entrano in casa ed offro a tutti una bella macedonia di frutta . Soddisfatti i bambini tornano ai loro giochi ed io mi premuro di avvisare le mamme di stare tranquille che i bambini hanno già fatto merenda ed esco un attimo per una commissione. Solo che al mio ritorno trovo tutti i bambini con in mano ( e per fortuna mia figlia avendo capito l’inopportunità della cosa ne aveva preso solo un piccolissimo boccone) una enorme focaccia grondante di olio. Esce una mamma la cui figlia ha da tempo superato la soglia dell’obesità e mi dice : ” oh …scusa non ho pensato che ad Aurora ( questo è il nome di mia figlia ) può fargli male”. Mi son sentita ribollire il sangue e con tutta la calma che potevo le ho risposto : ” che tu ti sia dimenticata di mia figlia non mi stupisce affatto considerato che ti sei dimenticata anche della tua che nel grado di obesità che si ritrova non avrà certo trovato alcun beneficio in quel pasticcio che le stai facendo mangiare”. Lo so che sono stata cattiva e ripeto che non è da me ma come dicono da qualche parte QUANDO CE VO …CE VO ( o qualcosa del genere.
    Aggiungo anche che in genere prevedo certi comportamenti e cerco di organizzarmi in anticipo. Adesso poi che da un anno circa abbiamo messo in microinfusore abbiamo qualche facilitazione. Mi spiego meglio anche perchè mi farebbe piacere sapere se ,secondo voi ,faccio bene o mi sbaglio e dovrei essere più rigida nel far rispettare le regole. Se a scuola c’è un compleanno prima del micro le insegnanti provvedevano ad avvertirmi in tempo così che io avessi la possibilità di non darle altre merende e magari di avvicinarmi a scuola per fargli un po di insulina in più. Adesso con il micro, Aurora sa che in ogni caso non deve esagerare ( e non sempre ci riesce ma spesso si), ma si fa un boletto in più e mangia con i compagni più o meno quello che vuole. Insomma cerco di mediare , di farle capire che esagerare le fa male e le avrebbe fatto male in ogni caso, ma allo stesso tempo non voglio mortificarla e lasciarla guardare gli altri che mangiano a quattro ganasce. Ripeto che non so se mi sbaglio ma cerco di fare del mio meglio. Che ne pensate? Saluti Mariangela

  2. Sarò breve: direi che hai fatto la cosa giusta in quanto la “fermezza” in questi frangenti è il comportamento giusto da tenere. Ciao Roberto

  3. ciao mariangela, staiavendo un komportamento + ke adeguato..
    sn arianna ho 23 anni e il diabete da 20 e da 8 mesi il microinfusore..ke kredo sia un invenzione ke ottimizza al massimo la vita di oggi…
    tua figlia deve kapire…ke la focaccia piena di olio o 2 etti di pasta piuttosto ke il cabaret intero di pasticcini fa male a lei "diabetika" ma anke a te "mamma sana" e al suo kompagno di klasse magari "sportivo" il giusto equilibrio alimentare è la base del benesserea priscindere dal diabete dal micro o dal bolo.
    certo kol micro è tutta un ‘altra vita…abituata alla vita diabetikadi 20 anni fa ai giorni attuali..kavoli ke salti in avanti …ho letto anke il blog di roberto..porka miseria ke storia la tua…kissà ke spalle (nel senso lato della frase)..
    ognuno di noi potrebbe skrivere un libro sulla proprio storia…pekkato ke di blog e blogger kosi ce ne sn poki.
    un saluto
    ciao ciao

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