Oggi  con questo post inauguro la rubrica i discorsi dalla cantina.
Allora l’ argomento del peso, di perdere di peso, di calare è un tema strabordante in ogni angolo, dimensione della rete e del pianeta: tutti vogliamo perdere peso io da gennaio di quest’ anno arrivando a oggi ho perso 12 kg da 80 kg che ero, ora sono 68 kg.

Permesso che questo percorso l’ho scelto non per questione di estetica o di prestanza, fisica ma per una questione molto semplice: sono diabetico di tipo 1 da sessant’anni.
e 61 anni di e da oltre 10 anni, da quando  gestisco il diabete con il microinfusore, ho assistito a una crescita del peso che da adulto si è sempre assestato tra i 62/ 63 kg.

Questo aumento di peso probabilmente dovuto al contradditorio rapporto tra un buon compenso glicemico ottenuto grazie alla pompa che di riflesso aumentava in me la fame e il bisogno di mangiare di più del dovuto.

Arrivato a una situazione limite di fatto dall’inizio di questo anno sono partito con la necessità. L’obiettivo cessi di perdere chili per una questione di praticità e di tenuta del mio fisico in quanto oltre ad avere diabete tipo uno da circa 22 anni soffro anche di artrite reumatoide e pertanto un maggior peso corporeo sulle ostacola la convivenza, regolare deambulazione e autonomia di movimento con tale patologia.

E l’obiettivo era volto a di ridurre il peso da 80 kg, massimo storico personale, e a portarlo ad almeno 70 kg.

Tutto senza esagerare con tempi e metodi, usando giudizio, ma per tornare ad avere un peso accettabile per la mia tenuta fisica .

E ora che ci sono riuscito oggi come oggi, mi sto ponendo il secondo passo: avviare un percorso alimentare di mantenimento.

Tali risultati li ho ottenuti da me, mi sono fatto di un piano alimentare con un dimezzamento dell’apporto di carboidrati.

Anche perché l’ ultimo piano alimentare, l’ ultima dieta che mi hanno fatto in diabetologia risale a vent’anni fa, con un rapporto età peso attività fisica lavoro eccetera è completamente improponibile rispetto ad oggi in quanto dal corrente anno sono in pensione e quindi anche l’ attività nel suo insieme ne risente.

Ecco tutto questo lo condivido per per insegnare qualcosa a qualcuno, o dare indicazioni di sorta con dritte di qualsiasi genere: la mia semplicemente è una testimonianza e prima di cimentarci in percorsi di carattere alimentare e necessario, doverso, avere delle basi di conoscenze sul piano nutrizionale tagliate sulla persona e per sapere lo spazio  entro cui muoversi.

Al di là di schemi, tabelle e modelli dietetici, a monte di tutto è fondamentale avere una forza di volontà: centrata sul voler stare meglio con se stessi e cercare appunto anche di governare i processi io parto.

Certo io parto “avantaggiato”: fin da bimbo ho sempre avuto a che fare con un rapporto conflittuale con col cioi in quanto di eventi gravi iperglicemici, chetoacidosi diabetica e ipoglicemia, pertanto  sempre imparato a gestirmi non solo gli alimenti ma anche qutidianamente la regolarità distribuzione oraria dei pasti ad avere una certa disciplina quindi da questo punto di vista io parto già mangiato.

E perché, invece, chi vive in modo disordinato scomposto il proprio vivere quotidiano e tra queste cose diventa centrale la consapevolezza e forza di volontà in questo processo e secondo me piano piano ma anche magari con la condivisione, un confronto di percorsi si può arrivare ad avere un peso ottimale è un rapporto col cibo migliore.

Concludendo: con un po’ di rispetto del famoso rapporto base = mangi in base a quello consumi, consumi poca energia mangi di meno e viceversa una regola fondamentale, poiché per il resto ciascuno vede e fa per conto suo.

Alla prossima.